Svizzero tedesco e italiano (tra le altre lingue) in famiglia, italiano a scuola, francese se c’erano degli ospiti a casa (e ce n’erano spesso), spagnolo in Bolivia. Nina Dimitri parla tante lingue e a volte è difficile per lei stessa stabilire quale sia quella materna.
Quando è sul palcoscenico, però, non c’è dubbio: si esprime in un linguaggio universale, fatto di passione ed empatia, che arriva direttamente al cuore: «L’arte per me è lavoro e hobby, ma anche e soprattutto una forma di espressione, grazie alla quale trovano spazio emozioni che altrimenti non escono facilmente. È quindi anche una possibilità di sfogo: cantando rielaboro quello che ho vissuto. Per me è importante dare allegria, regalare emozioni». Ci sono voluti sacrificio, costanza, coraggio, ma oggi la musica è diventata la professione che le permette di vivere e di esibirsi in tutto il mondo, anche di fronte a centinaia di persone.
Ciononostante, Nina Dimitri è una persona riservata, per cui parlare in pubblico è sempre uno sforzo non indifferente. «Le parole non vengono – ci confessa –, ho come un blackout e non sono cosa dire. Se sono nervosa durante un concerto è per la parte parlata, mai quando canto». Aver accettato di essere l’ambasciatrice di Comundo per la Svizzera italiana assume quindi un valore ancora più prezioso, perché la spinge a mettersi in gioco e lavorare su sé stessa. «Ho cantato spesso per associazioni boliviane, contribuire in questo modo è naturale per me. Ora però ho deciso di fare un passo in più».
La vita l’ha portata a girare il mondo e a conoscere tante persone. «In tutto questo girare – ci racconta –, io sono solo un granello di sabbia e cerco, attraverso la musica, di portare un mio messaggio di amore, pace e gioia a tutti». Ed è durante uno dei suoi viaggi, qualche anno fa, che Nina Dimitri ha conosciuto la nostra organizzazione partner “Educar es fiesta”. Silvana Gargiulo – che dopo la formazione alla scuola Dimitri di Verscio, da quasi vent’anni fa parte della famiglia dal punto di vista artistico e affettivo – desiderava fare qualcosa di concreto in Bolivia e ha organizzato un breve periodo di lavoro a Cochabamba, con i ragazzi di strada. «Silvana aveva già lavorato con dei giovani in difficoltà e ha una grande esperienza in questo campo. Attraverso l’arte si riesce a fare così tanto! – racconta Nina – Spesso ho notato che hanno proprio voglia di seguirti, basta attrarli e offrire loro un’alternativa». In concreto a Cochabamba “Educar es fiesta” propone, attraverso l’arte, un supporto educativo finalizzato allo sviluppo sociale e personale di bambini e giovani, per un cambiamento profondo e duraturo della società. «Grazie a quest’esperienza, ho visto sul posto il loro lavoro e ho potuto capire quanto fosse bello e importante aiutare i ragazzi meno fortunati, che vivevano nelle canalizzazioni o per strada. Le attività che proponevano davano un senso alla loro giornata. L’arte come mezzo per coinvolgere le persone e in questo caso anche dare un futuro a dei ragazzi che non hanno mezzi, è uno strumento bellissimo», ci spiega. Entrambe le artiste sono ora molto motivate a impegnarsi per una maggiore giustizia sociale a livello globale, collaborando con Comundo: «Spero di contribuire a diffondere il messaggio e magari raggiungere un pubblico diverso – precisa Nina –. Attraverso la musica, il canto, il teatro, possiamo interagire con le persone e fare in modo di sensibilizzarle».
Oltre alla presenza diretta al sud, per il rafforzamento delle organizzazioni locali e il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni coinvolte, è infatti importante coinvolgere nel cambiamento anche i cittadini qui al nord. «Ho deciso di sostenere Comundo perché credo nel lavoro che fa. Credo in un futuro migliore e sento che è un dovere fare qualcosa per renderlo possibile».
Grazie mille per aver sostenuto l'importante impegno di Comundo per le persone bisognose.
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