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12.03.2022 | Bolivia, Sicurezza alimentare e reddito

El Choco de Cochabamba

Qualche settimana fa ho partecipato a un progetto ambientale promosso dai colleghi di Ciudadanía. Si trattava di un’attività di riforestazione e ne sono uscito con le fiacche alle mani e un soprannome in più…

Piantando alberi a Cochabamba, foto: Francesco Negri

Una domenica di febbraio ho sostenuto i colleghi di Ciudadanía del progetto ambientale nello svolgimento dell’attività denominata Jornada de recuperación de áreas verdes (giornata di recupero di aree verdi). Brevemente, consiste nell’appoggiare gli abitanti di un determinato municipio nella zona periferica della città di Cochabamba per realizzare azioni di forestazione in alcuni spazi pubblici.

Area di riforestazione, Cochabamba. Foto: Francesco Negri

Purtroppo, è importante sottolineare il fatto che la maggior parte degli spazi pubblici in cui si è concentrata l’attività di riforestazione, non più di dieci anni fa erano semplicemente bosco. La mancanza di una panificazione che regoli la crescita urbana ha inevitabilmente sancito la distruzione della natura. Ora gli abitanti di queste aree riconoscono la necessità di recuperarle per la creazione di aree verdi utili alla condivisione, all’incontro e alle relazioni sociali tra i membri della comunità. 

Piantando alberi, Cochabamba. Foto: Francesco Negri
Piantine di alberi, Cochabamba. Foto: Francesco Negri

Al termine dei lavori eravamo affamati, stanchi, coperti di fango e con le fiacche alle mani (perlomeno io). Mentre stavamo raccogliendo i picconi, le reti metalliche e tutto il materiale utilizzato, una signora ha lanciato l’idea per cui ogni persona che aveva partecipato alla mattinata avrebbe potuto scegliere un nome da dare all’alberello che aveva piantato. Io ho detto che mi sembrava una buona idea, dato tutto l’impegno messo e il sudore sparso. Immediatamente un’altra signora mi chiede quale fosse l’alberello che avessi piantato io. Sua nipote glielo indica, al che la signora esplode: “Entonces ese lo llamaremos Choco*!”(“Quindi quello lo chiameremo Choco!”), scatenando in me e in tutti i presenti una spontanea e rumorosa risata generale che ha chiuso l’attività con grande ilarità.

* Choco è la parola utilizzata dai locali per indicare le persone bionde e di carnagione chiara provenienti dall’Europa, gli stranieri insomma).

P.S: Ad aumentare il senso del ridicolo, c’è da sottolineare il fatto che il suono della parola choco ha anche una particolare assonanza con il mio soprannome (Cek) e con la parola dialettale ciócc (ubriaco).

«Ora gli abitanti di queste aree riconoscono la necessità di recuperarle per la creazione di aree verdi utili alla condivisione, all’incontro e alle relazioni sociali tra i membri della comunità.» Francesco Negri
 

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Di Francesco Negri | 12 marzo 2022 | Bolivia

 

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Francesco Negri

Operatore sociale-educatore

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Come operatore sociale e educatore sono impegnato in progetti con e a favore di anziani e giovani. Mi occupo in particolare dell’elaborazione di documenti, della messa in rete delle informazioni, dell’implementazione di strumenti e processi formativi a favore della presa a carico integrale degli anziani e del potenziamento delle competenze dei giovani per l’assunzione di un ruolo attivo all’interno del proprio contesto di vita. 

 

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